lun | mar | mer | gio | ven | sab | dom |
1 | 2 | 3 | ||||
4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 |
11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 |
18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 |
25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 |
Il Comitato SCENIHR (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks) consiste in un gruppo di scienziati afferenti a varie discipline e specializzazioni facente capo alla Commissione Europea, che si occupa della valutazione dei nuovi e futuri rischi per la salute, quali ad esempio i farmaci di nuova generazione, i campi elettromagnetici, le nano particelle, ecc…
Questo gruppo di esperti effettua continue revisioni della letteratura scientifica per campi di competenza e, con periodicità due anni viene prodotto un dettagliato report sullo stato delle conoscenze, contenente anche indicazioni sulle priorità di ricerca.
Il Report SCENIHR 2015 dal titolo “Potential health effects of exposure to electromagnetic fields (EMF)” contiene informazioni scientifiche aggiornate a fine 2014 e preziose indicazioni per gli studiosi su come procedure per riempire i gaps conoscitivi nel campo degli effetti dei campi elettromagnetici.
L’analisi dei dati scientifici viene fatta in modo estremamente rigoroso, tenendo anche tenendo conto delle modalità espositive che, nel corso degli anni sono variate, talvolta anche in modo radicale.
Il report analizza anche le questioni inerenti i meccanismi di interazione alcuni dei quali sono ormai noti. La conoscenza di questi meccanismi permette dal punto di vista sanitario di fornire una spiegazione a determinati effetti e dal punto di vista dosimetrico di estrapolare i risultati scientifici riguardanti una singola frequenza a range vicini per caratteristiche in modo da poter effettuare una analisi del rischio relativa a tutto lo spettro.
I risultati più recenti della attività di ricerca scientifica vengono riportati focalizzando la presentazione sulla tipologia di effetto e sul range di frequenza a essi cui compaiono.
Un’ampia sezione del report viene dedicata ai gaps conoscitivi che, secondo gli esperti del Comitato SCENIHR occorrerebbe colmare. Di seguito sono riportate, in ordine di priorità, tutte le indicazioni fornite ai ricercatori dal Comitato SCENIHR.
Radiazione Tera Hz (onde sub millimetriche)
Il numero di studi riguardanti gli effetti non termici della radiazione TeraHz è estremamente limitato.
Le indagini effettuate in vivo su animali hanno mostrato degli effetti benefici a livello intravascolare e di microcircolazione mentre non hanno evidenziato alcuna tossicità o cancerogenicità. Sulla base del fatto che la radiazione THz, grazie alla sua altissima frequenza è in grado di penetrare solo superficialmente all’interno del corpo umano, il Comitato SCENIHR indica come altamente prioritario un set di indagini sugli effetti sulla pelle e sulla cornea, focalizzando gli studi soprattutto sugli effetti a lungo termine della esposizione della pelle a campi a bassa intensità e della esposizione acuta dell’occhio a campi estremamente elevati.
Frequenza | Priorità |
Radiazione THz |
|
Campi a radiofrequenza (RF)
L’elevato numero di studi sin qui condotti non mostra un aumento del rischio di tumori cerebrali e di tumori in genere derivante dalla esposizione a campi a radiofrequenza, sia negli adulti che nei bambini, anche se, per i soggetti in età pediatrica, gli studi non hanno avuto una durata sufficientemente lunga per essere considerati conclusivi.
Alcuni studi hanno sollevato questioni relative ad un aumento del rischio di glioma e neurinoma acustico negli utilizzatori più assidui di telefono cellulare (heavy users). L’analisi dei risultati degli studi di coorte, degli studi caso controllo e dei trend di incidenza negli anni delle due patologie, non ha messo in evidenza una correlazione per quanto riguarda il glioma, per il neurinoma acustico invece ci sono ancora alcuni punti da chiarire.
Ha trovato invece conferma anche nelle indagini più recenti la teoria riguardante gli effetti della esposizione ai campi a radiofrequenza sulla attività cerebrale, sia in stato di veglia che durante il sonno. In particolare è stato dimostrato che la modulazione del segnale RF ha effetto sia sul sonno non REM che sulle fasi REM e che le onde theta e delta prodotte durante il sonno non REM subiscono variazioni in presenza di campi RF. Tali effetti sono comunque transitori, non patologici e non sembrano presentare implicazioni a lungo termine.
Per quanto riguarda gli effetti a livello cognitivo, non esistono evidenze convincenti e conclusive su eventuali variazioni nelle funzioni cognitive dell’uomo in seguito alla esposizione ai campi a radiofrequenza.
Relativamente alla cosiddetta ipersensibilità il Comitato SCENIHR, dopo attenta valutazione degli studi più recenti, conferma quanto già indicato nei pareri precedenti e quanto riportato dall’OMS: i sintomi legati alla sensibilità idiopatica, pur essendo potenzialmente invalidanti e peggiorativi della qualità della vita, non sono correlabili in alcun modo alla esposizione ai campi elettromagnetici; questa considerazione può essere estesa sia alle esposizioni acute (short term exposures) che a quelle croniche (long term exposures). Gli studi effettuati sull’uomo relativamente a disordini di tipo neurologico conseguenti alla esposizione non hanno fornito a tutt’oggi risultati conclusivi.
Per quanto concerne gli effetti su riproduzione e sviluppo, il Comitato SCENIHR, nelle precedenti relazioni periodiche aveva concluso che non sono rilevabili effetti per le esposizioni a livello sub termico. Gli studi più recenti condotti su animali e sull’uomo hanno confermato pienamente questa ipotesi. Le indagini effettuate sullo sviluppo dei bambini esposti ed eventuali problemi comportamentali hanno fornito risultati ambigui.
Per il prossimo biennio il Comitato SCENIHR ha individuato le seguenti priorità di studio:
Frequenza | Priorità |
Campi RF |
|
Frequenze intermedie (IF)
Gli studi sugli effetti della esposizione a campi a frequenze intermedie sono pochi per trarre conclusioni in un senso o nell’altro. Indagini recenti effettuate in vivo su animali hanno indicato una assenza di effetti su riproduzione e sviluppo per campi con frequenza compresa nel range 20-60 kHz, mancano completamente gli studi epidemiologici.
Il Comitato SCENIHR, in virtù dell’elevato utilizzo di campi a frequenze intermedie, soprattutto in ambito professionale, indica come prioritario concentrare gli sforzi accademici e di ricerca su questa tipologia di campi con particolare riferimento ad indagini epidemiologiche su gruppi di soggetti esposti per motivi professionali e caratterizzazione dei livelli di esposizione.
Frequenza | Priorità |
Frequenze intermedie |
|
Campi a bassa frequenza
Gli studi epidemiologici più recenti confermano un lieve rischio di leucemie infantili per esposizioni croniche a campi magnetici a frequenza industriale (50 Hz) di intensità dell’ordine di 0.3 – 0.4 μT. Allo stato attuale delle conoscenze però non sono stati identificati meccanismi in grado di fornire una spiegazione conclusiva ad una eventuale associazione esposizione a campi ELF/leucemia infantile.
Gli studi focalizzati sulla attività cerebrale sono troppo eterogenei per quanto riguarda frequenze, durata delle esposizioni, parametri considerati, metodi statistici applicati, per poter trarre alcun tipo di conclusione. Le medesime considerazioni valgono per gli effetti a livello comportamentale.
Non sono state invece trovate associazioni convincenti tra esposizione ai campi ELF e comparsa di sintomi tipici della ipersensibilità, in questo settore specifico però il Comitato SCENIHR indica la necessità di ulteriori indagini e di repliche indipendenti degli studi finora condotti.
Gli studi epidemiologici più recenti non mostrano evidenze convincenti su un aumento del rischio di patologie neuro degenerative, inclusa la demenza, in seguito ad esposizioni a campi a frequenza industriale.
Resta ancora senza una risposta convincente l’interrogativo su eventuali associazioni tra esposizione ai campi ELF ed insorgenza o maggiore progressione della sindrome di Alzheimer, studi epidemiologici specifici in questo campo assumono un carattere di urgenza.
Le indagini finalizzate allo studio di effetti sui bambini conseguenti alla esposizione materna a campi ELF presentano problemi metodologici che devono essere valutati. Gli effetti rilevati sono per lo più non plausibili e necessitano di repliche prima di poter essere indicati in una valutazione di rischio espositivo.
Una indagine in particolare mostrerebbe una associazione tra esposizione della madre a campi ELF durante la gravidanza ed insorgenza di asma ed obesità nel bambino. Questi risultati necessitano di una replica attraverso studi di coorte effettuati con valutazioni dosimetriche dettagliate e analisi degli eventuali fattori confondenti.
Non sono stati invece evidenziati effetti a livello di funzioni riproduttive sull’uomo.
Sulla base degli studi pubblicati il Comitato SCENIHR ha evidenziato le seguenti priorità di studio:
Frequenza | Priorità |
Campi ELF |
|
Campo magnetico statico
Gli studi specifici sugli effetti del campo magnetico statico sono pochi.
Alcune indagini hanno evidenziato alterazioni reversibili della catena del DNA nei pazienti a poche ore dalla esecuzione di un esame con risonanza magnetica nucleare. I test effettuati su animali hanno confermato quanto evidenziato sull’uomo. Tuttavia, i ricercatori, sulla base di indagini su animali e dello studio dei meccanismi di interazione, propendono per l’ipotesi che l’effetto non sia dovuto unicamente al campo magnetico statico ma ad una serie di fattori che caratterizzano l’ambiente MRI tra cui la presenza di intensi gradienti di campo magnetico.
Gli studi in vitro più recenti hanno messo in evidenza effetti, transienti, a livello cellulare per esposizioni a campi superiori ai 30 μT (modifiche del ciclo cellulare, variazioni della permeabilità, alterazioni della struttura superficiale).
L’esistenza di alterazioni nell’espressione di alcuni geni (con tendenza alla over espressione) per esposizioni a campi di intensità compresa nel range mT- T già rilevata nelle indagini meno recenti è stata confermata da ulteriori studi effettuati su animali. Tuttavia, trattandosi in genere di singoli studi, spesso non ancora replicati, non è possibile fornire indicazioni fondate sulla stima del rischio.
Studi effettuati su personale operante in ambiente MRI hanno messo in evidenza, confermando quanto già indicato negli anni precedenti, effetti dovuti al movimento del corpo all’interno di un forte campo magnetico statico (superiore a 2 T). Tali effetti consistono in nausee, comparsa di magneto fosfeni, sensazione di vertigine. Tali effetti, i cui meccanismi sono noti, sono transienti e rimane ancora da verificare quanto possano inficiare le capacità lavorative dei soggetti esposti.
Per quanto riguarda invece gli effetti del campo elettrico statico i dati scientifici sono estremamente scarsi. Gli effetti indicati, sulla base di indagini effettuate sulla popolazione riguardano le soglie di percezione e generiche sensazioni di fastidio.
Su questo tema e sugli effetti a lungo termine delle esposizioni professionali a campi estremamente intensi occorre un’ulteriore sforzo scientifico.
Le priorità individuate dal Comitato SCENIHR sono riportate in tabella.
Frequenza | Priorità |
Campo magnetico statico |
|
Campo elettrico statico |
|
Quelle riportate nell’articolo sono le priorità di ricerca indicate dal Comitato SCENIHR per i prossimi due anni. A questo si aggiunge la necessità di indagini sulla esposizione combinata a campi a diversa frequenza e sulla coesposizione campi elettromagnetici/agenti cancerogeni con l’intento di verificare se i campi elettromagnetici possono avere un effetto di accelerazione o, come ipotizzato per i campi a radiofrequenza, un effetto protettivo.
Glossario:
Sonno REM: REM è acronimo di Rapid Eye Moviment. Si tratta di una fase del sonno durante la quale un organismo profondamente addormentato presenta attività della corteccia cerebrale molto vicina a quella caratterizzante la veglia. Il consumo di ossigeno nel cervello cresce, aumenta il ritmo respiratorio e la pressione cardiaca, il battito cardiaco è meno regolare.In questa fase del sonno, caratterizzata anche da rapidi movimenti oculari, si verificano anche i sogni.
Onde theta: onde cerebrali aventi frequenze comprese tra 4 e 7.9 Hz. Sono presenti nelle fasi di addormentamento e nel sonno REM.
Onde delta: onde cerebrali aventi frequenza compresa tra 0.5 e 4 Hz. Sono tipiche del sonno profondo
Livello subtermico: livello di campo elettrico al di sotto del quale non si registra un apprezzabile aumento di temperatura in un corpo esposto ad un campo elettromagnetico
MRI: Magnetic Resonance Imaging. Tecnica di imaging utilizzata in campo medico per visualizzare parti interne del corpo. I tomografi a risonanza magnetica utilizzano intensi campi magnetici, onde radio e gradienti di campo magnetico per aquisire dati relativi ai tessuti e agli organi.
Magneto fosfeni: sensazioni visive transitorie che possono verificarsi quando un soggetto viene a trovarsi in presenza di campi magnetici molto intensi o si muove rapidamente al loro interno