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Effetti dei campi a radiofrequenza sul sistema cardiovascolare


I principali effetti causati dalla esposizione a campi a radiofrequenza sono di tipo termico; l'energia trasportata da un campo elettromagnetico radiofrequenza è infatti unicamente in grado di produrre eccitazione degli stati transazionali, rotazionali ed al limite vibrazionali delle particelle che compongono il sistema con conseguente surriscaldamento localizzato o a corpo intero a seconda delle caratteristiche della esposizione.

 L'energia assorbita sottoforma di calore viene distribuita sulla zona bersaglio o su tutto il corpo tramite la circolazione sanguigna ed in parte dispersa nell'ambiente esterno mediante i meccanismi fisiologici consistenti in perdita radiante/convettiva attraverso la pelle, ed evaporazione attraverso il sudore.

L'eventuale innalzamento della temperatura corporea causato dal riscaldamento può determinare una risposta fisiologica di aumento del flusso sanguigno verso la pelle, con un conseguente aumento della conducibilità termica cutanea e del ritmo cardiaco al fine di mantenere costante la pressione arteriosa.

Ne consegue che i principali effetti a livello di sistema cardiovascolare prodotti dalla esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza dovrebbero riguardare principalmente i livelli di pressione arteriosa e di frequenza cardiaca. Tali effetti, per aumenti di temperatura limitati sono assimilabili a quelli che si manifestano in seguito a riscaldamento corporeo convenzionale.

 

Studi in questa direzione, finalizzati all'individuazione di risposte da impatto termico total body e da surriscaldamento localizzato, sono stati portati avanti nell'ultimo decennio sia su animali sia su persone esposte per motivi professionali o su volontari partecipanti a programmi di ricerca.

 

Gli studi condotti su topi da laboratorio non hanno evidenziato alterazioni a livello cardiovascolare conseguenti alla esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza, se si escludono reazioni tipiche fisiologiche legate all'aumento della temperatura. Tali studi però non possono essere estrapolati all'uomo in quanto dimensioni corporee diverse comportano assorbimenti diversi di energia.

 

Tra gli studi riguardanti i possibili effetti a carico del sistema cardiovascolare causati dalla esposizione a campi a radiofrequenza sull'uomo, va ricordata l'indagine svolta in cieco nell'arco di due giorni, nel corso della quale 40 volontari sono stati esposti con criterio random per 50 minuti a due differenti tipologie di segnali: segnali GSM con frequenza pari a 900 MHz prodotti da un teminale mobile posizionato sulla parte destra della testa e segnali fittizi (shame exposures).

In seguito alla esposizione è stato riscontrato un aumento della pressione sistolica e diastolica di circa 5 mmHg, mentre la frequenza cardiaca è rimasta costante. L'aumento di pressione sistolica, senza il corrispondente atteso aumento della frequenza cardiaca ha portato gli studiosi a concludere che la variazione della pressione sanguigna osservata fosse indipendente dalla esposizione al campo elettromagnetico.

Un altro importante studio da considerare è quello svolto in doppio cieco nel 2004, in cui 32 volontari sono stati esposti con criteri random per 35 minuti a segnali GSM a diversa modulazione e frequenze pari a 900 e 1800 MHz e segnali fittizi ("sham exposure") nell'arco di sessioni separate.

Non sono state riscontrate variazioni a livello di pressione sanguigna o di frequenza cardiaca sia durante l'esposizione sia nelle ore immediatamente successive.

Altre indagini in doppio cieco sono state portate avanti, ancora più di recente, su 120 volontari esposti a segnali GSM e TETRA; come nell'esperimento descritto in precedenza sono stati registrati la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca sia precedentemente che durante l'esposizione. In entrambi i casi non sono stati riscontrati effetti di sorta

 

Effetti di natura termica

 

Le risposte fisiologiche causate dall'assorbimento di energia a radiofrequenza a livello cardiovascolare sono state studiate esponendo sei volontari livello dell'addome a campi elettromagnetici con frequenza pari a 64 MHz, prodotti all'interno di un tomografo per risonanza magnetico nucleare, per 30 minuti; l'unica variazione fisiologica rilevata è stato un aumento locale della temperatura corporea di 0,1°C.

Nella successiva replica, portata avanti dopo 7 anni, 6 volontari sono stati esposti a campi elettromagnetici con frequenza pari a 64 MHz per 16 minuti localizzati ancora una volta all'addome; in questo caso è stato osservato un innalzamento della temperatura timpanica di 0.4°C e un aumento della frequenza cardiaca pari a 13 battiti al minuto. Si è inoltre rilevato un aumento del flusso sanguigno sulla pelle localizzato alla zona esposta, mentre non sono stati riscontrati variazioni a livello di pressione sistolica e diastolica.

 

Conclusioni


Gli effetti della esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza a carico del sistema cardiovascolare sono stati studiati in modo meno dettagliato rispetto alle patologie a carico di altri apparati. Gli studi su animali, finalizzati esclusivamente alla ricerca di effetti di natura termica, non hanno messo in evidenza alterazioni a livello cardiovascolare conseguenti alla esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza; le uniche alterazioni riscontrate sono reazioni tipiche fisiologiche legate all'aumento della temperatura ambientale.

 

Gli studi condotti sull'uomo hanno fornito risultati equivoci e non conclusivi.

 

In generale, la maggior parte degli studi ha riportato una totale assenza di effetti sulla pressione sanguigna e sulla frequenza del battito cardiaco conseguenti alla esposizione di soggetti sani a campi generati da telefoni cellulari o stazioni radiobase; nei soggetti già affetti da patologie del sistema cardiovascolare possono verificarsi peggioramenti delle condizioni legati per lo più alle variazioni di temperatura. Alcuni studi riportano variazioni nel tracciato elettrocardiografico ed aumenti lievi della pressione sistolica e diastolica; tuttavia, il numero relativamente basso di indagini condotte, unito a debolezze nelle prove sperimentali e nelle metodologie e ad una statistica povera, non permette di trarre delle conclusioni definitive.

 

Bibliografia


[1]Barker AT, Jackson PR, Parry H, Coulton LA, Cook GG, Wood SM. The effect of GSM and TETRA mobile handset signals on blood pressure, catechol levels and heart rate variability. Bioelectromagnetics 28(6):433-438; 2007.

 

[2] Braune S, Riedel A, Schulte-Mönting J, Raczek J. Influence of a radiofrequency electromagnetic field on cardiovascular and hormonal parameters of the autonomic nervous system in healthy individuals. Radiation Research 158:352-356; 2002.

 

[3] Shellock FG, Schaefer DJ, Crues JV. Alterations in body and skin temperatures caused by magnetic resonance imaging: Is the recommended exposure for radiofrequency radiation too conservative? Br J Radiol; 62:904-909; 1989.

 

[4] Shellock FG, Schaefer DJ, Kanal E. Physiologic responses to an MR Imaging procedure performed at a specific energy absorption rate of 6.0 W/kg. Radiology 192:865-868; 1994.

 

[5] Tahvanainen K, Niño J, Halonen P, Kuusela T, Laitinen T, Länsimies E, Hartikain J, Hietenan M, Lindholm H. Cellular phone use does not acutely affect blood pressure or heart rate of humans. Bioelectromagnetics 25:73-83; 2004.

 

Glossario


Pressione diastolica: pressione del sangue durante il rilassamento del muscolo cardiaco

 

Pressione sistolica: pressione del sangue durante la contrazione cardiaca

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