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Ipersensibilità ai campi a bassa frequenza

 

L'ipersensibilità consiste in una alterata ed eccessiva reattività dell'organismo o del soggetto ad un agente esterno o ad una situazione, che può portare alla comparsa di vari problemi fisici o psichici, la cui insorgenza viene attribuita alla presenza di quel determinato agente (o situazione) dagli individui colpiti.

In particolare, le reazioni di ipersensibilità possono essere attribuite a differenti tipologie di agenti esterni, tra i quali si possono annoverare anche i campi elettromagnetici; alcuni soggetti infatti in seguito all'esposizione ai campi elettromagnetici, hanno lamentato una vasta gamma di sintomatologie, da problemi alla salute e al benessere leggeri e non dannosi a patologie ben più gravi che in alcuni casi hanno costretto gli individui colpiti ad abbandonare il lavoro e a modificare interamente il proprio stile di vita.


Questa presunta sensibilità all'esposizione è stata definita "ipersensibilità ai campi elettromagnetici" o EHS (Electromagnetic HyperSensitivity), ed è caratterizzata da vari sintomi non specifici, sia dermatologici, quali arrossamento, prurito, sensazione di bruciore, sia a carico del sistema neuro-vegetativo, come affaticamento generale, stanchezza, difficoltà di concentrazione, instabilità, nausea, palpitazioni e disturbi della digestione.


L'insorgenza di tale complesso di sintomi non è caratterizzata da basi tossicologiche o fisiologiche note, e per questo motivo è stato introdotto un termine più generale per indicare la sensibilità a fattori esterni quali campi elettromagnetici o altri agenti chimici o fisici, definito Intolleranza Idiopatica.

Tale termine è utilizzato per descrivere diverse condizioni patologiche che però hanno in comune sintomi aspecifici la cui comparsa non è dimostrabile dal punto di vista medico.


Nel corso degli ultimi decenni sono stati condotti diversi studi sull'ipersensibilità ai campi elettromagnetici a bassa frequenza, sia su volontari sani che su individui autodefinitisi ipersensibili.


Entrambe le categorie sono state esposte a campi elettromagnetici simili a quelli che i soggetti ipersensibili consideravano come causa dei loro sintomi e sono state osservate le diverse reazioni in seguito all'esposizione.

Numerosi studi in doppio cieco hanno riportato che sia i volontari sani sia i soggetti ipersensibili non sono in grado di distinguere tra l'esposizione reale al campo e quella fittizia, ed inoltre non sono state evidenziate variazioni nei livelli di ormoni tipici dello stress (tra cui adrenalina, noradrenalina e cortisolo) come conseguenza all'esposizione al campo.

Sebbene in numero molto inferiore, alcuni studi hanno invece riportato risultati positivi riassumibili in sottili differenze in alcuni parametri quali frequenza cardiaca, ampiezza dell'elettroretinogramma ed attività elettrodermica, tra i volontari sani ed i soggetti ipersensibili.

Questi studi ed uno in particolare, hanno tuttavia ricevuto diverse critiche sulle metodologie, in particolare per quanto riguarda la raccolta dati che spesso è avvenuta tramite questionari, sui parametri utilizzati, sulle modalità di selezione dei volontari, sulle condizioni espositive ed infine sul fatto che spesso i test diretti non sono stati condotti in cieco o doppio cieco.

Infine, attraverso specifiche analisi morfologiche, alcuni autori hanno riportato un aumento del numero e della distribuzione dei mastociti nel derma del viso negli individui ipersensibili ma non in quelli sani; tale incremento potrebbe essere attribuibile a variazioni nell'espressione dell'istamina, della somatostatina e di altri peptidi infiammatori.


Conclusioni


La maggior parte degli studi condotti non ha riportato evidenze sperimentali che confermino una possibile associazione tra esposizione ai campi elettrici e magnetici a bassa frequenza e sviluppo di reazioni di ipersensibilità in volontari sani; analogamente, gli studi svolti in doppio cieco hanno mostrato che i sintomi dei soggetti ipersensibili non sono da correlare all'esposizione ai campi elettromagnetici, ed inoltre, la maggior parte delle indagini svolte ha indicato che gli individui ipersensibili non sono in grado di riconoscere con maggior facilità la presenza di sorgenti di campo elettromagnetico rispetto ai soggetti non ipersensibili.

Solo alcune indagini hanno messo in evidenza una possibile associazione tra esposizione ai campi elettromagnetici e sviluppo di reazioni di ipersensibilità, sebbene i risultati di tali studi si siano rivelati non chiari dal punto di vista metodologico e necessitino perciò di ulteriori approfondimenti.

 

Bibliografia

 

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Glossario

 

Elettroretinogramma: esame eseguito per valutare la sensibilità della retina e che consiste nella registrazione delle variazioni di potenziale elettrico della retina sottoposta a stimoli luminosi. L'esame permette di valutare la funzionalità delle due tipologie di recettori presenti nella retina, i coni ed i bastoncelli ed è utile per individuare un'eventuale degenerazione della retina stessa.

 

Attività elettrodermica cutanea: parametro riferito all'attività conduttiva della pelle, che è direttamente proporzionale al grado di attività escretiva delle ghiandole sudoripare; questo parametro fornisce indicazioni importanti sullo stato emozionale di un individuo, dal momento che un rapido aumento del livello basale di attività rappresenta un indice di una risposta d'ansia.

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