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Effetti dei campi RF sul sistema immunitario ed ematologia

 

Il sistema immunitario è una complessa rete integrata di mediatori chimici e cellulari la cui funzione principale è quella di difendere l'organismo da agenti esterni quali virus, batteri e varie macromolecole. Ogni tipo di risposta immunitaria prevede in primo luogo il riconoscimento del patogeno ed in secondo luogo una reazione per la sua eliminazione.

In linea generale i differenti tipi di risposte immunitarie possono essere raggruppate in due categorie principali: le risposte innate e quelle acquisite che sono più specifiche nei confronti dell'agente patogeno.


Una delle principali caratteristiche del sistema immunitario è la ridondanza nei componenti e nei meccanismi regolatori; ciò fa si che eventuali variazioni, minime o transienti non provochino effetti dannosi.

Tra le principali cellule che mediano le risposte a livello immunitario ci sono i linfociti B e T che sono stati quelli maggiormente studiati in relazione ad eventuali effetti della esposizione ai campi a radiofrequenza.


Allo scopo di verificare una eventuale associazione positiva tra esposizione a campi a radiofrequenza e alterazioni a carico del sistema immunitario, sono state condotte indagini soprattutto su animali; i pochi studi effettuati fino al 2000 avevano portato alla conclusione che le variazioni rilevate in conseguenza all'esposizione erano per lo più di natura transitoria e spesso associate ad elevati aumenti di temperatura corporea o esposizione a campi caratterizzati da livelli di SAR elevati, superiori ai 4 W/kg.


Studi più recenti sono stati invece condotti utilizzando modalità di esposizione differenti, caratterizzate da un SAR minore rispetto alle precedenti indagini, generalmente compreso tra 1 e 2 W/kg. Su colonie di ratti e topi sono stati studiati gli effetti della esposizione cronica sulla produzione e differenziazione dei linfociti T e B e sulla risposta degli anticorpi

In questi studi non sono state riscontrate alterazioni sulla produzione di linfociti B e T nè sulla produzione di anticorpi in ratti e topi da laboratorio esposti a campi con caratteristiche simili a quelli utilizzati in telefonia GSM, di frequenza pari a 900 MHz e SAR di 1 o 2 W/kg. L'unica eccezione è costituita da un aumento transiente nella produzione di IFNγ osservato una settimana dopo l'esposizione.

 

Ematologia


L'ematologia è una branca della medicina focalizzata sullo studio del sangue e degli organi e tessuti che compongono il sistema ematopoietico, tra cui il midollo osseo rosso, tratta soprattutto le cause, le cure e la prevenzione delle malattie del sangue.


Diversi studi sono stati condotti nel corso degli anni '90 sugli effetti dell'esposizione a campi a radiofrequenza a carico del sistema ematopoietico, tuttavia i risultati ottenuti si sono dimostrati tra loro controversi, non conclusivi e caratterizzati da inadeguata dosimetria e protocolli sperimentali non del tutto chiari.

Così come per il sistema immunitario, anche nel caso del sistema ematopoietico i cambiamenti riscontrati in seguito all'esposizione si sono dimostrati per lo più transienti e spesso associati ad aumenti di temperatura rettale negli animali superiori al grado centigrado; si tratta quindi sempre di effetti termici.

Una risposta osservata da diversi autori è stata la diminuzione del numero di linfociti periferici e un aumento nel numero di neutrofili in ratti esposti a campi con livelli di SAR compresi tra 5 e 13 W/kg, variazioni che non sono riscontrabili se si considerano i leucociti nel loro complesso e gli eritrociti.

Uno studio più recente non ha inoltre riscontrato variazioni sostanziali nel numero di linfoblasti presenti nel midollo e di proeritoblasti (precursori dei globuli rossi) in ratti esposti a campi a 2.45 GHz con SAR di 1-2 W/kg. Tuttavia, come già anticipato, tutti questi studi richiedono ulteriori conferme e approfondimenti.

 


Conclusioni


I pochi studi condotti fino ad oggi riguardo ai potenziali effetti dei campi a radiofrequenza a carico del sistema immunitario ed ematologico permettono di affermare che allo stato attuale delle conoscenze gli effetti più consistenti osservati sono di natura transitoria ed associati ad un aumento della temperatura corporea superiore ad 1°C.

Ulteriori studi e ricerche, sia in vivo su animali finalizzati ad una eventuale replica di indagini già condotte, sia in vitro, si rendono perciò necessari allo scopo di ottenere un quadro più approfondito e dettagliato anche sui meccanismi che regolano queste interazioni ed essere così in grado di fornire risposte maggiormente conclusive sull'argomento.

 

Bibliografia

 

[1] Busljeta I, Trosic I, Milkovic-Kraus S. Erythropoietic changes in rats after 2.45 GHz nonthermal irradiation. Int J Hyg Environ Health 207(6):549-554; 2004.

 

[2] Gatta L, Pinto R, Ubaldi V, Pace L, Galloni P, Lovisolo G A, Marino C, Pioli C. Effects of in vivo exposure to GSM-modulated 900 MHz radiation on mouse peripheral lymphocytes. Radiat Res 60(5):600-605; 2003.

 

[3] Nasta F, Prisco MG, Pinto R, Lovisolo GA, Marino C, Pioli C. Effects of GSM-modulated radiofrequency electromagnetic fields on B-cell peripheral differentiation and antibody production. Radiat Res 165(6):664-670; 2006.

 

[4] Rama Rao G, Cain CA, Tompkins WAF. Effects of microwave exposure on the hamster immune system. IV. Spleen cell IgM hemolytic plaque formation. Bioelectromagnetics 6:41-52; 1985.

 

[5] Shao B-J, Chiang H. The effects of microwaves on the immune system in mice. J. Bioelectricity, 8, 1-10; 1989.

 

[6] Trosic I, Busljeta I, Modlic B. Investigation of the genotoxic effect of microwave irradiation in rat bone marrow cells: in vivo exposure. Mutagenesis 19: 361-364; 2004a.

 

[7] WHO. Environmental Health Criteria 137. Electromagnetic fields (300 Hz-300 GHz). Geneva, World Health Organization; 1993.

 

[8] Yang HK, Cain CA, Lockwood J, Tompkins WAF. Effects of microwave exposure on the hamster immune system. I. Natural killer cell activity. Bioelectromagnetics 4:123-139; 1983.

 

Glossario

 

Anticorpi: molecole caratterizzate da una peculiare forma ad Y aventi la funzione, nell'ambito del sistema immunitario di neutralizzare corpi estranei come virus e batteri, riconoscendo in maniera specifica ogni determinante antigenico o epitopo legato al corpo come un bersaglio.

 

Eritrociti: meglio conosciuti come globuli rossi, sono cellule nucleate del sangue adibiti al trasporto dell'ossigeno dai polmoni verso i tessuti e dell'anidride carbonica dai tessuti verso i polmoni. Sono prodotti dal midollo osseo rosso e vengono distrutti dal fegato e dalla milza.

 

Interferoni: gruppo di molecole coinvolte nei meccanismi di segnalazione tra le cellule del sistema immunitario e nella protezione contro le infezioni da virus. In particolare l'interferone IFNγ induce uno stato di resistenza alle infezioni da batteri e virus e esplica una azione contro le cellule tumorali.

 

Leucociti: meglio conosciuti come globuli bianchi, sono cellule del sangue la cui funzione principale è quella di preservare l'integrità biologica dell'organismo tramite l'attuazione di meccanismi di difesa diretti contro microorganismi patogeni di varia natura (virus, batteri, miceti, parassiti) e contro corpi estranei penetrati nell'organismo previo superamento delle barriere costituite dalla cute e dalle mucose. Si suddividono in granulociti, monociti e linfociti.

 

Linfociti B: cellule che si sviluppano nel midollo osseo dell'adulto ed in grado di produrre anticorpi

 

Linfociti T: cellule che si differenziano primariamente nel timo e risultano fondamentali per il controllo e lo sviluppo delle risposte immunitarie

 

Neutrofili (o granulociti neutrofili): tipologia di globuli bianchi, prodotti a partire dalle cellule staminali del midollo osseo, che rappresentano il 50-70% di tutti i leucociti, hanno funzioni di difesa dell'organismo contro infezioni batteriche e fungine. Vengono chiamati neutrofili perché non incorporano coloranti istologici, né acidi né basici.

 

Timo: organo linfoide primario situato nella cavità toracica al disopra del cuore

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