• Servizi Cittadino

    Il Consorzio Elettra 2000 offre una serie di servizi gratuiti dedicati al cittadino che desidera approfondire le sue conoscenze in materia di bioelettromagnetismo. Tra queste, l’accesso al materiale presente sul sito, la newsletter informativa ed il servizio interattivo “Esperto risponde”.

  • Servizi Pubbliche amministrazioni

    Il Consorzio Elettra 2000 supporta le Pubbliche Amministrazioni nel perseguimento dei propri obiettivi per quanto concerne il confronto con il mondo delle imprese e con i singoli cittadini, o nelle attività di monitoraggio campi elettromagnetici sul territorio.

  • Servizi Aziende

    Il Consorzio Elettra 2000 fornisce consulenza alle aziende per attività di misura e di adeguamento degli ambienti di lavoro alla normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro, unitamente ad attività di informazione e formazione rivolta a lavoratori e RSPP.

     

  • Servizi Scuole

    Negli ultimi anni, da parte del Consorzio c’è stata un’apertura nei confronti del mondo della Scuola che ha portato all’organizzazione di giornate di formazione per docenti e ad una serie di attività didattico formative rivolte agli studenti delle Scuole di ogni ordine e grado.

Sicurezza sul lavoro

Corsi di formazione

Indagini strumentali

 

Calendario eventi

Maggio 2024
lunmarmergiovensabdom
12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031
   Sfoglia la Brochure               Struttura | Missione | Comitato Scientifico | Attività Statuto

   Aggiungimi a Skype

Interviste

Interviste

Intervista all'ing. Nicola Grassi - Chief Technology Officer di Wind

Gli operatori mobili sono attenti all’impatto sanitario, civile ed ecologico delle nuove tecnologie?

 

Wind e altri operatori seguono da sempre e con grande interesse il tema dell’impatto delle nuove tecnologie radiomobili sulla salute e sull’ambiente in generale.

Leggi tutto: Intervista all'ing. Nicola Grassi - Chief Technology Officer di Wind

Intervista al Dott. Marco Farina - Responsabile U.I Controllo Ambientale - Comune di Bologna - 16 dicembre 2013

Cosa fa l’amministrazione per i cittadini?

 

La recente modifica della normativa ha decisamente trasformato il ruolo dell’amministrazione locale nelle fasi di autorizzazione degli impianti dedicati alla telefonia mobile, infatti la progressiva semplificazione amministrativa ha ridotto i tempi per l'autorizzazione e semplificato ulteriormente gli strumenti autorizzativi stessi: in tale contesto risulta più difficile la possibilità di indirizzare gli operatori verso soluzioni integrate e compatibili col territorio urbano e non sgradite alla cittadinanza.

Nel passato l’Amministrazione Comunale di Bologna aveva costituito un percorso partecipato tra operatori, enti locali e cittadini per la concertazione dei siti di telefonia mobile; attualmente tale tipo di attività è impossibile a causa dell’eliminazione dell’obbligo della programmazione e della riduzione dei tempi per la concessione delle autorizzazioni.

L’amministrazione attualmente sta comunque realizzando un percorso di condivisione sia con i cittadini sia con i gestori, individuando, tra le aree di proprietà pubblica, quelle più idonee ad accogliere eventuali nuovi impianti di telefonia mobile.

Inoltre, al fine di mantenere un presidio attivo sugli impianti esistenti è ancora a disposizione dei cittadini l’attività di monitoraggio mirato dei livelli di campo elettromagnetico. Infatti i cittadini che intendessero approfondire le verifiche dei livelli di campo elettromagnetico per la presenza di impianti prossimi alle proprie abitazioni o luoghi di lavoro o studio, possono fare richiesta, di specifica rilevazione strumentale che verrà inoltrata ad ARPA, organo competente in materia di controllo ambientale.

 

 

Cosa fa l’amministrazione per gli operatori mobili?

 

In linea con le recenti attività svolte dal tavolo di programmazione partecipata, l’amministrazione comunale ha deciso, con delibera di giunta, di predisporre ed avviare una procedura per individuare, tra le aree di proprietà comunale, quelle idonee ad ospitare impianti dedicati alla telefonia mobile.

Tali aree verranno rese disponibili per l’installazione di nuovi impianti seguendo un percorso amministrativo agevolato, che porti a coordinare le richieste e le istruttorie.

Tale programma ha il preciso scopo di trovare il punto di incontro tra le richieste e le esigenze dei gestori e la necessità dell’amministrazione di governare il contenzioso sociale ancora elevato sul tema delle emissioni elettromagnetiche.

Infatti in questo modo i gestori potranno usufruire del vantaggio di avere un unico interlocutore a cui rivolgersi e allo stesso tempo viene governato in qualche misura il processo di distribuzione dei siti di telefonia mobile.

 

 

Come viene percepito l’interesse della popolazione per le nuove tecnologie?

 

Si è molto accentuato il divario da un lato, tra la popolazione che ha accettato la diffusione delle tecnologie wireless, e dall’altro le persone che hanno ancora una grossa diffidenza per gli aspetti legati ai potenziali danni alla salute.

Tra chi ha accettato il diffondersi di tali tecnologie prevale infatti la richiesta di vedere un maggiore impegno della pubblica amministrazione nel fornire servizi e accesso al modo della “information technology”; queste persone infatti, individuano nell’accesso alla rete a banda larga uno strumento di sviluppo economico e un’opportunità di rilancio del territorio.

Dall’altra parte la popolazione che non vede di buon occhio il diffondersi sempre più massiccio di tecnologie wireless ha sviluppato un’ancora più accentuata diffidenza sia per gli operatori sia per gli enti preposti alla verifica e al controllo. La mancanza di informazione obiettiva e il diffondersi di allarmismi spesso ingiustificati ha irrigidito la posizione di quella parte di cittadinanza avversa al diffondersi di tecnologie wireless.

 

 

Quali conseguenze ha avuto la modifica della normativa sulle attività delle amministrazioni?

 

La tendenza della normativa a semplificare le procedure per l’autorizzazione di nuovi impianti dedicati alla telefonia cellulare e alla riconfigurazione di quelli esistenti per la diffusione delle tecnologie a di terza e quarta generazione ha, sicuramente favorito il maggior sviluppo delle reti, ma di contro ha causato la progressiva perdita del controllo da parte della pubblica amministrazione.

Infatti l’attuale normativa prevede per l’amministrazione un ruolo scarsamente incisivo nell’intero iter amministrativo, già l’eliminazione dell’obbligo per i gestori delle reti mobili di depositare i programmi annuali delle nuove installazioni non consente più all’amministrazione di svolgere il suo ruolo di programmazione. Inoltre la riduzione delle tempistiche legate alle istruttorie amministrative ha completamente privato l’amministrazione del suo ruolo di pianificazione territoriale, non ci sono più infatti i tempi e la possibilità di predisporre le attività di individuazione di soluzioni idonee ed integrate nel tessuto territoriale e sociale del Comune. In questa situazione si ha un peggioramento sia della fiducia dei cittadini nei confronti dei gestori sia soprattutto nei confronti degli amministratori ora non più in grado di tutelare e preservare il territorio; oltre alla concreta mancanza di opportunità di realizzare, in accordo con le diverse parti coinvolte, soluzioni impiantistiche ottimali sia per le esigenze di mercato sia per le esigenze di tutela della cittadinanza e del territorio.

 

 

Esistono attività di divulgazione promosse dall’amministrazione?

 

Nel passato, anche in concomitanza con i lavori del tavolo di programmazione partecipata, sono state molteplici le occasioni in cui si è cercato di sensibilizzare la cittadinanza ad approfondire gli aspetti legati all’installazione di impianti dedicati alle tecnologie wireless in maniera obiettiva, senza scivolare in inevitabili preconcetti dati dalla mancanza di conoscenza della materia.

Attualmente tale attività si è ridotta in misura proporzionale alla riduzione della richiesta di divulgazione: il numero di “nuovi comitati” o di richieste di monitoraggio si sono comunque ridotte a fronte di una crescita della potenza degli impianti.

 

 

Perché nel nostro territorio le antenne sono così numerose?

 

Molteplici sono le ragioni del numero elevato degli impianti sul territorio, alcune sono di ordine tecnico, infatti attualmente sono 4 i gestori a dover garantire il servizio di telefonia e gli altri servizi wireless, dati, mail e di connessione alla rete; questo significa che sul territorio saranno presenti le reti di tutti i gestori concessionari.

Inoltre vi sono ragioni di tipo sanitario, gli impianti infatti devono rispettare i valori che la normativa Italiana indica come limiti per la protezione dell’ambiente e soprattutto della salute.

La normativa Italiana è molto più rigida e i limiti vigenti in Italia sono molto più bassi dei limiti previsti dalle normative europee, questo significa che gli impianti devono essere meno potenti e di conseguenza più numerosi di quello che avviene nel resto delle città europee.

Sicuramente questo può essere percepito come uno svantaggio per i cittadini che spesso si sentono come “accerchiati” dagli impianti di telefonia, in realtà l’omogenea distribuzione degli apparati sul territorio ha il vantaggio di non penalizzare nessun cittadino e nessuna area, oltre a moderare i livelli delle emissioni elettromagnetiche a valori contenuti.

 

 


 

 

Laureato in scienze Geologiche dal 1988, ha svolto attività prevalentemente con enti pubblici (Regione Emilia-Romagna, Arpa e Comune di Bologna), sui temi connessi a valutazioni di impatto ambientale, cartografia geologica, monitoraggio delle acque sotterranee, attività estrattive, bonifica di siti contaminati, dissesto collinare, azioni di risparmio idrico, controllo dei reflui urbani. Tale lavoro è stato svolto dal 1994 come funzionario tecnico del Comune di Bologna

 

Nel corso degli ultimi anni ad un ruolo tecnico si è affiancato un ruolo gestionale nella struttura del Comune di Bologna, assumendo ruoli di responsabilità di Unità Intermedia anche in materia di campi elettromagnetici.

 

Sui campi elettromagnetici viene attualmente condotta, grazie a una struttura tecnica appositamente implementata, un’attività di pianificazione, simulazione, monitoraggio e risanamento per le stazioni di telefonia mobile e per gli impianti radiotelevisivi; per le differenti attività, sono attivi contatti con i diversi Settori dell'Amministrazione Comunale, con Quartieri, cittadini e comitati, con Arpa, con i soggetti gestori.

 

Recentemente è in corso di attivazione anche per gli elettrodotti un approfondimento per la minimizzazione del campo di induzione magnetica, grazie ad analoghi approfondimenti di monitoraggio e simulazione.

 

Intervista alla Dott.ssa Carmela Marino - Responsabile dell’Unità Tecnica Biologia delle Radiazioni e Salute dell’Uomo - ENEA

 

Prosegue il ciclo di interviste che compongono la sezione “La parola a …” .

 

Dopo il punto di vista degli operatori telefonici, dei comuni e delle istituzioni ministeriali, è il turno della Dott.ssa Carmela Marino, responsabile dell’Unità Tecnica Biologia delle Radiazioni e Salute dell’Uomo dell’ENEA e membro dell’ICNIRP. La Dott.ssa Marino, dopo aver spiegato quali sono le linee di indirizzo per le attività di ricerca sugli effetti dei CEM che l’ICNIRP ritiene maggiormente rilevanti, ci parla di come si inseriscano i gruppi di ricerca italiani all’interno del panorama scientifico internazionale. Affronta poi il tema della validità, allo stato attuale, delle linee guida ICNIRP per i limiti dell’esposizione ai CEM, a 15 anni dalla loro pubblicazione e dell’ulteriore applicazione del Principio di Precauzione.

 

 

 Quali sono le linee di indirizzo per le attività di ricerca sugli effetti dell’esposizione ai campi elettromagnetici sulla salute che l’ICNIRP ritiene di maggior interesse, in linea con le indicazioni dell’OMS?

 

L’ICNIRP ha costituito un gruppo di lavoro che da un anno e mezzo sta valutando la stesura di nuove linee guida per le radiofrequenze. Il gruppo di lavoro, che dovrebbe completare nei prossimi mesi il proprio compito, lavora affiancato da altri project groups, formati sia dai membri della commissione principale dell’ICNIRP, sia con membri esterni che fanno parte di un gruppo di esperti, coinvolti su argomenti specifici e compiti a tempo. Uno di questi PG, ad esempio, si occupa di individuare quali sono le aree meno investigate da parte della ricerca scientifica in corso, L’interesse non è soltanto quello promuovere nuove attività di ricerca, ma anche e soprattutto individuare eventuali lacune che possano essere rilevanti ai fini di un successivo aggiornamento delle linee guida. Le attività di valutazione e studio in corso porteranno, nell’arco di un anno, a redigere un documento che fornirà linee di indirizzo sulla ricerca e affiancherà la Research Agenda dell’OMS. Va tuttavia sottolineato che le finalità dei gruppi di lavoro dell’ICNIRP si sovrappongono solo parzialmente con i temi dettati dalla Agenda della OMS, che, sin dal 2010, tocca anche aspetti di sociologia e comunicazione, in aggiunta alle tematiche affrontate nei documenti precedenti, come la biologia, la biomedicina, la biofisica. Quindi appare chiaro che l’Agenda dell’OMS riguarda la salute in un’accezione più generale, che tiene conto non solo dell’individuo ma anche del benessere della collettività, mentre l’ICNIRP, attraverso le linee guida, si indirizza ad attività di ricerca sull’uomo, valutando soprattutto l’aspetto protezionistico.

Infine vorrei dare un'ulteriore informazione: l’OMS ha creato già dal 2012 un gruppo di lavoro che sta rielaborando ed estendendo un nuovo Libro Blu, che fa parte dei libri dell’Environment Health Criteria. Questo sulle radiofrequenze sarà pubblicato dopo quasi vent’anni e tiene conto di tutta la letteratura dal 1990 ad oggi. Si tratta di un lavoro enorme che vede anche impegnati ricercatori italiani come la dottoressa Maria Rosaria Scarfì del CNR, coordinatrice del panel sulla letteratura disponibile sulla sperimentazione in vitro. Il lavoro in corso mira ad una condivisione a livello mondiale, anche se ciò potrà allungare i tempi per arrivare alla conclusione. L’ICNIRP terrà conto di questo lavoro anche per la predisposizione della propria Research Agenda e per la formulazione di nuove linee guida.

 

 

Come si inseriscono a questo proposito i gruppi di ricerca italiani nel panorama scientifico internazionale?

 

Molteplici realtà di ricerca, afferenti ad enti o a università italiane, si occupano di studi che definiamo in generale di “bioelettromagnetismo”.. Nell’ultima valutazione comparativa tra Paesi Europei, svolta ormai parecchi anni fa nell’ambito di un progetto europeo, l’Italia mostrava una situazione piuttosto particolare, che permane tuttora. In Italia è presente una buona attività di ricerca in termini qualitativi e quantitativi, a fronte di un’assoluta scarsità di risorse economiche dedicate al tema dei campi elettromagnetici. Fino al 2005-2006 la ricerca è stata sostenuta da i finanziamenti della Comunità Europea, nell’ambito del V e VI Programma Quadro. Oggi il contesto è cambiato ed è cambiata la programmazione Europea. I gruppi di ricerca italiani pur continuando a partecipare a reti di ricerca europee, non beneficiano di progetti e programmi nazionali. Solo il gruppo di ricerca del Politecnico di Milano, ad esempio, in questo momento sta portando a termine, in qualità di partner, due progetti europei. La ricerca italiana mantiene quindi una buona collocazione all’interno del panorama internazionale, con capacità di capitalizzare le proprie individuali competenze, per rispondere alle richieste della Research Agenda dell’ICNIRP e/o dell’OMS. Chiaramente la collocazione della ricerca italiana all’interno del panorama europeo è sempre più legata alla capacità di attrarre finanziamenti sia pubblici che privati.

 

 

A oltre 15 anni dalla approvazione delle Linee Guida predisposte dall’ICNIRP per la limitazione dell’esposizione ai CEM, si può ancora affermarne la validità?

 

Come ho detto prima, l’ICNIRP considera le proprie Linee Guida ancora valide, ma sta lavorando per i passi futuri. Nei mesi scorsi, sono, infatti, state pubblicate le linee guida sui campi statici e sulle basse frequenze, mentre quelle relative alle radiofrequenze necessitano di ulteriore lavoro. I tempi di pubblicazione di queste linee guida, che sono sicuramente quelle più attese, saranno presumibilmente noti nel prossimo autunno. Si sta inoltre discutendo l’effetto dell'adozione di nuove tecnologie di indagine biologica rispetto ai più tradizionali modelli cellulari, animali e umani, e anche ai dati epidemiologici. In particolare è di interesse comprendere se è possibile rivedere il ruolo di queste sperimentazioni, arrivando a dare un peso specifico diverso a queste ricerche. Questo potrebbe aiutare a superare la difficoltà di interpretazione di studi cellulari e molecolari che indicano un possibile effetto dei campi elettromagnetici, che poi non trova riscontra negli studi con modelli animale. Ci stiamo infine interrogando se sia più opportuno valutare gli studi sull’uomo in un’ottica più ampia che consideri, ad esempio, anche il tema della percezione del rischio e il problema dell’ipersensibilità.

 

 

Il Principio di Precauzione è spesso invocato da chi ritiene necessaria un’ulteriore garanzia a protezione contro rischi scientificamente non provati. Come giudica l’ICNIRP l’applicazione nel caso dei campi elettromagnetici di ulteriori misure di precauzione oltre ai limiti indicati dalle Linee Guida?

 

Il principio di precauzione è spesso invocato in relazione all’esposizione da cellulare. Lo stesso Consiglio Superiore di Sanità ha ritenuto opportuno richiamarne l’applicazione invitando ad utilizzare il telefono cellulare solo nelle situazioni di vera necessità.

 

 

Di recente un’associazione ha avviato un’azione legale chiedendo al Governo a una campagna informativa sulle precauzioni e i rischi del cellulare, che includa anche l’apposizione di scritte sugli apparati, analogamente a quanto accade per i pacchetti di sigarette. Queste ulteriori iniziative potrebbero essere giustificate alla luce dell’attuale grado di incertezza scientifica? Potrebbero essere veramente efficaci per diminuire il rischio da esposizione?

 

Io direi che questo è un problema politico, nel senso che sostanzialmente il principio di precauzione è un principio che deve essere sempre applicato più in maniera politica che scientifica e peraltro sappiamo che l’Italia lo ha applicato anche alle normative nazionali in maniera diversa da altri Paesi. Per questo nel nostro Paese abbiamo norme protezionistiche che non seguono, almeno nei numeri, quelle europee. L’applicazione del principio di precauzione all’uso del telefono cellulare, non è soltanto legata a quanto sia difficile ottenere indicazioni conclusive dalla ricerca scientifica. Bisognerebbe ad esempio segnalare la possibile insorgenza di fastidi dovuti alla pressione esercitata dal telefono sull’orecchio in presenza di un uso prolungato; la maggior parte dei fastidi è infatti spesso riconducibile a questo meccanismo pressorio piuttosto che ai noti effetti termici dei campi elettromagnetici. Per tutto il resto mi sembrerebbe auspicabile ricorrere al semplice buonsenso.

 

Sottocategorie

Tu sei qui:

Trovaci anche su...