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Effetti dei campi a radiofrequenza sulla pelle


La pelle si trova nella superficie più esterna del corpo e, di conseguenza è il primo tessuto ad interagire con i campi elettromagnetici a radiofrequenza.

L'interazione del campo RF con la pelle produce un effetto a breve termine di surriscaldamento, ma può presentare anche conseguenze a lungo termine.

 

Risultati di studi anche se non troppo recenti confermano l'ipotesi secondo la quale, per creare un effetto di sensazione di calore un campo elettromagnetico deve produrre un incremento fisso di temperatura in prossimità di recettori posti sotto la superficie dell'epidermide. In particolare, per quanto riguarda la schiena, è stato dimostrato che una sensazione di calore si rileva quando la temperatura dei recettori della zona centrale subisce un aumento di circa 0.07°C, con significative differenze legate alla sensibilità delle diverse porzioni di pelle considerate.

L'induzione del dolore la sia ha per aumenti di temperatura molto maggiori rispetto a quelli sopraindicati, la soglia varia da una regione del corpo all'altra, ma in generale il dolore si verifica per temperature della pelle comprese tra 44 e 52°C; tali aumenti di temperatura sono possibili solo in seguito ad esposizione a livelli di campo centinaia di volte superiori ai limiti imposti dalle normative.

 

Per quanto concerne i potenziali effetti a lungo termine, come ad esempio la produzione di tumori, pochi sono gli studi che hanno esaminato nello specifico l'effetto della esposizione a campi a radiofrequenza sulla morfologia della pelle.

 

In particolare due studi abbastanza recenti hanno indagato gli effetti della esposizione di ratti a campi a frequenza 900 MHz e 1800 MHz e SAR locali dell'ordine di 5-6 W/kg. In entrambi i casi non sono state evidenziate variazioni nello spessore della pelle e nel contenuto in collagene ed elastina in seguito ad esposizioni anche prolungate.

Indagini effettuate al fine di verificare eventuali aumenti nell'espressione dell'antigene Ki-67 (proteina associata alla proliferazione cellulare) nell'epidermide, non hanno rilevato nessuna anomalia. La ricerca di proteine da stress termico hsp50, hsp25 ed hsp70, non ha dato nessun esito; i livelli di queste proteine sono risultati gli stessi per i soggetti esposti e per quelli sottoposti ad esposizione fittizia.

 

Altri studi, effettuati sottoponendo pelle ricostruita ad una esposizione cronica a campi RF a 900 MHz non hanno messo in evidenza variazioni nella morfologia, nella apoptosi e nella mortalità cellulare; da una analisi effettuata sull'espressione di 600 diversi geni sono emersi aumenti nella espressione del proto-oncogene c-myc , della proteina c-jun, e del fattore di trascrizione cellulare jun-B, con un effetto molto simile a quello prodotto da elevati fattori di stress. Non è possibile escludere che questo sia un effetto di tipo termico. Questi studi tuttavia hanno presentato, ad una analisi successiva, errori nello scoring dei dati ed una dosimetria valutata in maniera alquanto discutibile, in quanto i livelli di SAR locali a cui i tessuti ricostruiti erano stati esposti non sono stati resi noti.

 

Altri studi sono stati effettuati per valutare l'effetto combinato sulla pelle della esposizione a campi a radiofrequenza e benzopirene.

 

I primi studi sugli effetti combinati dei campi a radiofrequenza e di questo pericolosissimo agente cancerogeno che è in grado di legarsi al DNA interferendo con il suo meccanismo di replicazione, risalgono agli anni '80. In queste prime indagini topi trattati con benzopirene per favorire l'insorgenza di tumori della pelle sono stati esposti per 6 mesi a campi con frequenza 2.45 GHz e SAR compreso tra 4 e 6 W/kg. L'esposizione ai campi a RF avrebbe accelerato lo sviluppo dei tumori della pelle negli animali trattati con conseguente diminuzione della sopravvivenza. I dati ottenuti però, oltre ad essere datati, sono difficili da interpretare per mancanza di protocolli descrittivi a presentazione delle metodologie.

 

Studi successivi effettuati con protocolli simili ma SAR inferiori non hanno evidenziato un aumento dei tumori, né un peggioramento di tumori già esistenti e neppure un incremento dei livelli di anticorpi anti-fosfatidilinositolo, markers tumorali il cui aumento è indice di trasformazione neoplastica in atto.

 

Conclusioni

 

Per quanto riguarda gli effetti prodotti dal riscaldamento diretto della pelle causati dalla esposizione a campi a RF, va evidenziato che per esposizione ai livelli di campo riportati nella normativa vigente gli aumenti di temperatura a livello della cute sono al disotto della soglia percepita dai recettori del calore e ben lontani da creare un effetto rilevabile come dolore.

Per quello che riguarda gli effetti a livello di cute non sono stati evidenziati inspessimenti, variazioni nel contenuto di collagene ed elastina, risposte proliferative anomale e produzione di proteine da shock termico in seguito ad esposizione a campi a radiofrequenza con livelli di SAR superiori fino ad un ordine di grandezza rispetto a quelli riportati nelle normative.

Alcuni studi riportano un effetto di aumento dell'espressione di alcuni proto oncogeni ed anomalie nella distribuzione del collagene, ma ad una analisi approfondita dei protocolli, sono emersi errori nello scoring nella valutazione dosimetrica.

 

Bibliografia

 

[1] Chagnaud JL, Moreau JM, Veyret B. No effect of short-term exposure to GSM-modulated low-power microwaves on benzo(a)pyrene-induced tumors in rat. Int J Radiat Biol 75:1251-1256; 1999.

 

[2] Ennamany R, Fitoussi R, Vie K, Rambert J, De Benetti L, Mossalayi MD. Exposure to Electromagnetic Radiation Induces Characteristic Stress Response in Human Epidermis J Invest Dermatol 128(3):743-746; 2007.

 

[3] Masuda H, Sanchez S, Dulou PE, Haro E, Anane R, Billaudel B, Lévêque P, Veyret B. Effect of GSM- 900 and -1800 signals on the skin of hairless rats. I: 2-hour acute exposures. Int J Radiat Biol 82(9):669-674; 2006.

 

[4] Sanchez S, Masuda H, Billaudel B, Haro E, Anane R, Lévêque P, Ruffie G, Lagroye I, Veyret B. Effect of GSM-900 and -1800 signals on the skin of hairless rats. II: 12-week chronic exposures. Int J Radiat Biol 82(9):675-80; 2006b.

 

[5] Sanchez S, Masuda H, Ruffié G, De Gannes FP, Billaudel B, Haro E, Lévêque P, Lagroye I, Veyret B. Effect of GSM-900 and -1800 signals on the skin of hairless rats. III: Expression of heat shock proteins. Int J Radiat Biol 84(1):61-68; 2008.

 

[6] Szudzinski A, Pietraszek A, Janiak M, Wrembel J, Kalczak M, Szmigielski S. Acceleration of the development of benzopyrene-induced skin cancer in mice by microwave radiation. Arch Dermatol Res 274:303-312; 1982.

 

Glossario

 

Benzo(a)pirene: idrocarburo policiclico aromatico della classe dei benzopireni; una delle sue forme ossidate dall'organismo è il benzo(a)pirene-7,8-diidrodiolo-9,10-diidroossido che è in grado di legarsi al DNA interferendo con il suo meccanismo di replicazione. Il Benzo(a)pirene è classificato nella Categoria 1 dallo IARC: sostanza cancerogene per l'uomo.

 

Collagene: è la principale proteina costituente il tessuto connettivo negli animali. La si può trovare in quantità rilevanti nel derma, nelle cartilagini e nei tendini. È presente anche nell'umor vitreo dell'occhio con la funzione di aumentare il volume ed il sostegno del bulbo oculare.

 

c-myc: gene codificante un fattore di trascrizione che si ritiene regoli l'espressione di circa il 15% dei geni agendo da protoncogene. La sua iperespressione porta alla proliferazione cellulare ed all'insorgenza di tumori.

 

c-jun: proteina legata all'induzione di trasformazioni a livello di RNA-messaggero responsabile di tumori nell'uomo quali il carcinoma della prostata ed il glioblastoma.

 

Elastina: proteina costituente il tessuto connettivo con caratteristiche di grande elasticità, la cui funzione consiste nel permettere ai tessuti il ripristino della forma originaria in seguito a stiramenti o contrazioni. È un costituente fondamentale della pelle.

 

Epidermide: epitelio squamoso pluristratificato composto da differenti tipologie di cellule implicate in specifiche funzioni differenziate. L'epidermide ha uno spessore compreso tra i 50 μm e 1,5 μm.

 

hsp25 – hsp50 – hsp70: famiglia di proteine da stress termico sintetizzate quando le cellule sono esposte ad elevate temperature o a livelli anomali di stress. La loro funzione specifica consiste nel riconoscere le proteine danneggiate e ripararle attraverso un corretto ripiegamento.

 

jun-b: fattore di trascrizione coinvolta nella regolazione della attività genica in risposta a fattori di crescita primari.

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