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Interazioni tra campi a RF e sistema endocrino


Molti studi effettuati su animali e su volontari a partire dalla fine degli anni 70 hanno messo in evidenza una risposta a livello di sistema endocrino in seguito ad esposizioni a livelli di campo elettromagnetico a radiofrequenza in grado di provocare aumenti della temperatura corporea.

Gli scienziati concordano nell’affermare che si tratti per lo più di effetti acuti imputabili a fattori di stress non specifici quali il calore.

Aumenti nei livelli di corticosterone e cortisolo trovati nel plasma di animali sottoposti a campi di intensità tale da provocare un aumento della temperatura corporea di 1°C hanno fornito un ulteriore supporto a questa ipotesi e dato impulso a nuove ricerche e a nuovi studi sia su animali che, in base volontaria, sull’uomo.

Gli studi condotti su animali riguardanti gli effetti dei campi a radiofrequenza sul sistema endocrino sono incentrati principalmente sulle variazioni dei livelli di alcuni importanti ormoni, primo tra tutti la melatonina, un ormone secreto principalmente  dalla ghiandola pineale (ma anche da ipofisi, tiroide, ghiandole surrenali e gonadi) la cui funzione principale è quella di regolare il ciclo sonno-veglia.

 Inoltre ricerche portate avanti negli anni ’90 hanno messo in evidenza la capacità della melatonina di fungere da antiossidante. La sua forma molecolare allo stesso tempo idrosolubile e liposolubile la rende in grado di diffondersi con facilità all’interno dell’organismo rendendola estremamente versatile permettendole di penetrare anche all’interno del nucleo cellulare. Un’ulteriore specificità della melatonina consiste nella sua capacità di associarsi alla molecola del DNA proteggendolo dall’azione dei radicali liberi; questo meccanismo, ancora non completamente conosciuto, rende la melatonina estremamente importante nella prevenzione di alcuni particolari tumori, tra cui il cancro alla mammella ed anche alcune forme leucemiche

In tutti gli esperimenti condotti, l’esposizione di ratti a campi a radiofrequenza con caratteristiche simili a quelli emessi dai telefoni cellulari e livelli di SAR fino a 2.0 W/kg non ha mostrato alcun effetto sui livelli di melatonina.

Pochi altri studi, sempre su animali si sono incentrati sulle variazioni nei livelli di ormoni controllati dall’asse ipotalamo-ghiandola pituitaria quali: l’ormone stimolante la tiroide (TSH), la tiroxina (T4) e la  tri-iodotronina (T3).

Tra i vari studi condotti, uno soltanto del 2005 ha evidenziato una diminuzione dei livelli di tiroxina (T4), di tri iodotronina (T3) e di TSH su ratti in seguito ad una esposizione a campi a radiofrequenza ad onda continua con picchi di SAR a livello della testa pari a 2 W/kg.

Perplessità sulle caratteristiche dosimetriche della esposizione, sulle modalità di selezione dei  gruppi di controllo e protocolli poco chiari,  portano a pensare che l’effetto evidenziato sia prevalentemente di natura termica.

Tutti gli altri studi effettuati non hanno mostrato aumenti o diminuzioni a carico dei livelli di ormoni tiroidei, ed hanno confermato l’assenza di associazione tra esposizione e variazione dei livelli di melatonina.

Gli studi su animali possono dare unicamente indicazioni di massima sulle variazioni a livello ormonale,  essendo il sistema endocrino di ratti e roditori sostanzialmente molto diverso da quello dell’uomo.

 Di conseguenza, per avere una conoscenza completa e conclusiva si rendono necessarie indagini anche su persone; gli studi sono stati effettuati, anche in epoca recente, tramite reclutamento su base volontaria e finalizzati soprattutto alla ricerca di eventuali variazioni dei livelli di alcuni ormoni rilasciati nel sistema circolatorio dalle ghiandole pineali e pituitaria in seguito ad esposizione a campi a radiofrequenza.

 

 Gli ormoni rilasciati da queste due ghiandole esercitano una profonda influenza sul metabolismo e sulle funzioni fisiologiche, in particolare durante la crescita, e svolgono uno stretto controllo sul sistema e sui meccanismi riproduttivi in quanto influenzano il rilascio di ormoni fondamentali ai fini della riproduzione da parte di altre ghiandole situate in zone diverse del corpo.

La maggior parte degli studi ha riguardato gli effetti della esposizione a campi a radiofrequenza sui livelli di melatonina. Questo ormone nell’uomo viene prodotto  con ritmi circadiani di 24 ore e il picco nella produzione si presenta nelle ore notturne; la quantità di melatonina prodotta può variare da individuo a individuo anche di un fattore 10. La concentrazione di questo ormone nel sangue dell’individuo ne influenza i ritmi circadiani dell’organismo nonché il comportamento.

Oltre alla melatonina, gli studi hanno analizzato variazioni dei livelli di altri ormoni tra cui cortisolo, TSH, ormone adrenocorticotropo (ACTH), ormone della crescita (GH), e variazioni nelle secrezioni dell’ormone aMT6s presente nell’urina.

Gli ormoni prodotti dalla ghiandola pituitaria e da altre ghiandole endocrine, tra cui l’ormone follicolo-stimolante (FSH), l’ormone luteinizzante (LH), e la prolattina (PRL) sono stati studiati ma in maniera minore.

In tutti gli studi i volontari sono stati esposti a segnali GSM a frequenza 900 – 1900 MHz emessi da telefoni cellulari e in nessuno di essi è stata evidenziata alcuna variazione dei livelli di melatonina, cosi come non sono state osservate variazioni nella produzione di cortisolo, GH, LH nel sistema circolatorio né alterazioni di aMT6s nell’urina

Variazioni minori, sempre contenute entro i limiti fisiologici sono state riscontrate per i livelli di ACTH, TSH, PRL, e FSH; aumenti transitori sono stati rilevati ma sono da attribuirsi ad una risposta da stress causata dalla metodologia del prelievo del sangue ad ago utilizzata nel corso dello studio.

 

Conclusioni

 

Gli studi più recenti effettuati su animali hanno confermato quanto trovato nel corso delle indagini effettuate negli anni ’90, cioè la mancanza di associazione tra esposizione a campi a radiofrequenza e livelli di melatonina presenti nel siero del sangue.  Un solo studio ha evidenziato diminuzione nei livelli di tiroxina e di ormoni tiroidei in genere come conseguenza della esposizione. Gli scienziati concordano che si tratti di un effetto di natura termica completamente reversibile.

Gli studi sull’uomo, effettuati su base di reclutamento volontario, non hanno riportato variazioni nei livelli di melatonina o di ormoni prodotti dalla ghiandola pituitaria per esposizioni anche croniche a campi a radiofrequenza generati da telefoni cellulari. Non vengono segnalati effetti di tipo acuto.  Va però sottolineato che la potenza statistica della maggior parte degli esperimenti si è mostrata insufficiente a causa del basso numero di volontari che hanno partecipato allo studio.

 

Bibliografia

 

[1] Bakos J, Kubinyi G, Sinay H, Thuróczy G. GSM modulated radiofrequency radiation does not affect 6- sulfatoxymelatonin excretion of rats. Bioelectromagnetics 24:531-534; 2003.


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[3] De Seze R, Fabbro-Peray P, Miro L. GSM radiotelephones do not disturb the secretion of antepituitary hormones in humans. Bioelectromagnetics 19:271-278; 1998.

 

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[7] Koyu A, Cesur G, Ozguner F, Akdogan M, Mollaoglu H, Ozen S. Effects of 900 MHz electromagnetic field on TSH and thyroid hormones in rats. Toxicol Lett 157:257-262; 2005b.

Stevens RG. Electric power use and breast cancer. Am J Epidemiol 125:556-561; 1987.


[8] Wood A, Loughran S, Stough C. Does evening exposure to mobile phone radiation affect subsequent melatonin production? Int J Radiat Biol 82(2):69-76; 2006.

 

Glossario


ACTH: ormone adenocorticotropo,regola la secrezione degli steroidi da parte della ghiandola surrenale

 

aMT6: 6-sulfatossimelatonina, rappresenta la forma finale della melatonina quando, successivamente alla metabolizzazione da parte del fegato, viene secreta nell’urina. La concentrazione di aMT6 nell’urina è correlata al livello totale di melatonina presente nel sangue.

 

Cortisolo: Ormone steroideo prodotto dalla ghiandola surrenale, la cui azione principale consiste nel controllo della glicemia. Altra funzione, ampiamente sfruttata a livello farmaceutico è l’agire in contrasto agli stati infiammatori. Tra gli effetti negativi dell’assunzione eccessiva di cortisolo si ricordano, l’inibizione della sintesi di DNA, RNA e proteine, nonché, l’aumento della concentrazione sanguigna di ione sodio e potassio.

 

FSH: ormone follicolo stimolante, nella donna influenza la maturazione follicolare, l’ovulazione e la secrezione degli ormoni sessuali. Nell’uomo è legato alla spermatogenesi ed alla sintesi del testosterone.

 

GH: ormone della crescita, noto anche come somatotropina, viene prodotto dall’ipofisi. Favorisce la sintesi proteica, l’accumulo dei carboidrati sottoforma di glicogeno e l’utilizzo delle risorse energetiche immagazzinate nella massa grassa. Gioca un ruolo fondamentale durante l’infanzia e l’adolescenza, agendo a livello di cartilagini e di accrescimento delle ossa, influenzando anche la statura dell’idividuo.

 

Ghiandola pineale: detta anche epifisi è una ghiandola endocrina le cui cellule, i pinealociti, producono la melatonina. È situata al centro del cervello, nell’estremità posteriore del terzo ventricolo.

 

Ghiandola pituitaria: detta anche ipofisi, controlla in modo diretto la funzionalità di numerosi organi tra cui la tiroide, la porzione corticale dei surreni, le ovaie e i testicoli, oltre a partecipare alla regolazione del metabolismo idrico, alla secrezione lattea e alla crescita corporea. Produce in tutto nove ormoni.

 

LH:ormone luteinizzante. Nell’uomo regola la produzione del testosterone, stimolando in maniera indiretta la spermatogenesi. Nella donna stimola, in sinergia con la prolattina, l’ovulazione e la conversione del follicolo ovarico in corpo luteo.

 

Prolattina: ormone secreto dall’ipofisi che agisce a livello di ghiandole mammarie, stimolando la proliferazione dei dotti galattofori e controllando il processo di lattazione. Risulta anche coinvolta nei tempi della pubertà e nel ciclo ovarico.

 

Radicali liberi: specie chimica estremamente reattiva costituita da un atomo o una molecola che presenta un elettrone spaiato: tale elettrone rende il radicale estremamente reattivo, in grado quindi di legarsi ad altri radicali o di sottrarre un elettrone a molecole vicine. Ricoprono una funzione importantissima nei processi chimici riguardanti la fisiologia umana e nei processi biologici.

 

TSH: Tireotropina o ormone tireostimolante, ormone che regola la funzione tiroidea

 

T3: tri-iodotironina, rappresenta la forma deiodata della tiroxina. Come per il T4, la sua azione avviene principalmente a livello di metabolismo basale attraverso la stimolazione della attività della pompa sodio-potassio. Gli ormoni tiroidei aumentano il metabolismo basale per tutti i tessuti e gli organi tranne il cervello, la milza e le gonadi.

 

T4:  tiroxina, rappresenta il principale ormone prodotto dalla ghiandola tiroidea. Si lega a proteine sieriche quali la globulina e l’albumina. Influenza molteplici processi a livello metabolico e fisiologico. È un ormone la cui secrezione varia in modo estremamente sensibile in presenza di patologie tiroidee, elevate concentrazioni le si riscontrano nell’ipertiroidismo.

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