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Effetti campi a bassa frequenza

Ipersensibilità ai campi a bassa frequenza

 

L'ipersensibilità consiste in una alterata ed eccessiva reattività dell'organismo o del soggetto ad un agente esterno o ad una situazione, che può portare alla comparsa di vari problemi fisici o psichici, la cui insorgenza viene attribuita alla presenza di quel determinato agente (o situazione) dagli individui colpiti.

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Effetti dei campi a bassa frequenza sul sistema endocrino


Gli studi sulle interazioni tra campi a bassa frequenza e sistema endocrino sono iniziati negli anni '80 partendo dall'ipotesi che l'esposizione alla componente magnetica del campo ELF potesse ridurre la secrezione di melatonina di conseguenza aumentare il rischio di insorgenza di tumore mammario.

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Leucemie infantili e campi a bassa frequenza

 

Per leucemie si intendono tumori del sangue e del midollo osseo. Il quadro clinico della leucemia è dovuto essenzialmente all'invasione del midollo da parte di un clone neoplastico con conseguente distruzione delle cellule emopoietiche normali.

 

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Effetti dei campi a bassa frequenza a livello neurovegetativo


Si è ipotizzato che l'esposizione a campi elettrici e magnetici a bassa frequenza possa essere associata a gravi malattie neurovegetative quali il Morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, il morbo di Alzheimer e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA).

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Genotossicità dei campi a bassa frequenza


L'interazione tra campi elettromagnetici a bassa frequenza e alterazioni a livello genetico, sia a carico delle cellule germinali che di quelle somatiche è stata per lungo tempo oggetto di studio da parte di molti ricercatori.

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Effetti dei campi a bassa frequenza su riproduzione e sviluppo


Gli effetti della esposizione ai campi elettrici e magnetici a bassa frequenza su fertilità, riproduzione, crescita prenatale, post natale e sviluppo sono stati studiati, sia attraverso indagini di tipo epidemiologico, sia in laboratorio su animali in particolare ratti e conigli, sia in vitro su colture cellulari o embrioni.

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Effetti dei campi a bassa frequenza sul sistema nervoso


L'esposizione a campi elettrici variabili nel tempo può dare luogo ad una percezione indiretta da parte del soggetto esposto, come effetto della carica elettrica alternativamente indotta sulla superficie corporea, che risulta in grado di produrre una vibrazione dei peli cutanei.

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Effetti cardiovascolari dei campi a bassa frequenza

 

Esiste una buona base di evidenze sperimentali che i sistemi viventi rispondono alle correnti indotte generate dalla interazione tra tessuto biologico e campi elettrici e magnetici a bassa frequenza. Tali correnti possono anche risultare superiori alle correnti endogene, tuttavia se la densità di corrente indotta rimane inferiore ai 10 mA/m2 non si hanno effetti biologici significativi.

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Effetti dei campi a bassa frequenza sul sistema immunitario ed ematologico

 

Il sistema immunitario è una complessa rete integrata di mediatori chimici e cellulari la cui funzione principale è quella di difendere l'organismo da agenti esterni quali virus, batteri e varie macromolecole.

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Effetti dei campi a bassa frequenza sulle funzioni cellulari


La crescita, la proliferazione e la differenziazione delle singole cellule sono processi finemente regolati per rispondere alle necessità specifiche dell'organismo nel suo complesso. In maniera del tutto occasionale, tuttavia, può accadere che i raffinati controlli che regolano questi processi vengano meno portando la cellula a crescere e a dividersi in maniera incontrollata.

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Effetto co carcinogenico dei campi a bassa frequenza


Nel corso dell'ultimo ventennio sono stati portati avanti diversi studi volti a determinare le eventuali proprietà co-carcinogeniche dei campi elettromagnetici a bassa frequenza.

L'obiettivo principale di queste indagini consiste nel determinare se i campi a bassa frequenza possano fungere da promotori del processo di cancerogenesi agendo in sinergia con altri agenti fisici o chimici in grado, autonomamente, di indurre neoplasie a livello cellulare e/o tissutale.

 

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