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Intervista all'ing. Nicola Grassi - Chief Technology Officer di Wind

Gli operatori mobili sono attenti all’impatto sanitario, civile ed ecologico delle nuove tecnologie?

 

Wind e altri operatori seguono da sempre e con grande interesse il tema dell’impatto delle nuove tecnologie radiomobili sulla salute e sull’ambiente in generale.

 

Insieme ai principali costruttori partecipano alle attività e forniscono i contributi tecnici necessari agli studi sviluppati dagli organi competenti in materia medico- scientifica. E’ importante ricordare che gli studi finora pubblicati, sia a livello nazionale che mondiale, non hanno fornito nessun elemento chiaro circa eventuali problemi per la salute generati dall’utilizzo del cellulare. Se guardiamo poi l’impatto ambientale, le direttive emanate dall’Europa vengono regolarmente e completamente recepite da operatori e da costruttori. La produzione degli apparati di tecnologia radio (ma non solo) recepisce il programma dell’Agenda Digitale 2020 per quanto riguarda la riduzione delle emissioni nocive e il rafforzamento degli incentivi di produzione di energia da fonti rinnovabili al fine di garantire una migliore efficienza energetica. Le politiche di selezione dei costruttori, inoltre, premiano le tecnologie più efficienti e quindi intrinsecamente più “green”, sia come produzione che come esercizio degli apparati stessi.

 

 

Cosa pensa un operatore mobile sia importante oggi per i cittadini?

 

Per Wind è importante avere cittadini e quindi clienti consapevoli e informati. La tecnologia di comunicazione mobile si è evoluta rapidamente nell’ultimo ventennio (pensate al lancio in Italia dei primi sistemi cellulari analogici del’90) ma cambierà molto più velocemente nei prossimi decenni e la tecnologia di comunicazione mobile sarà uno dei driver  principali dello sviluppo socio-economico. Si consideri che i nostri cellulari ormai si stanno trasformando sempre più in piccoli computer e le funzioni classiche di una chiamata voce sono solo prestazioni base. I servizi di cui avremo sempre più bisogno sono quelli di connessione dati ad internet, per esempio per cercare informazioni e consultare siti anche fuori casa e in mobilità; ai nostri server personali per condividere foto e informazioni con i nostri cari; alle intranet aziendali per lavorare da remoto o mentre siamo in viaggio; ai siti pubblici per effettuare in maniera rapida ed efficace pagamenti, richieste di certificati, documentazione medico sanitaria etc.  Per non parlare della “internet delle cose”. Saranno i nostri stessi oggetti a dialogare tra di loro attraverso la rete, ad aggiornarsi, ad avvisarci, a rendere la vita più semplice. L’evoluzione tecnologia si alimenta dei benefici che introduce in termini di efficienza e miglioramento del benessere sociale ed è davvero difficile porre limiti alla fantasia e alla creatività. Una cosa pare assolutamente certa: tutti i nuovi servizi presuppongono l’utilizzo in mobilità. Gli operatori, in primis, e i sistemi di informazione non possono non contribuire alla divulgazione consapevole, di  meccanismi di informazione oggettiva e trasparente circa le effettive implicazioni e gli impatti delle nuove tecnologie per accompagnare tutte le generazioni al cambiamento culturale che l’era digitale richiede. Elettra2000 è una organizzazione che sembra abbia ben declinato questa necessità.

 

 

I cittadini hanno però paura delle onde elettromagnetiche, della potenza emessa dalle stazioni radio base…

 

Le onde elettromagnetiche esistono in natura in uno spettro vastissimo. Vivono con il genere umano e fanno vivere il genere umano da sempre. Pensiamo alle onde elettromagnetiche dello spettro visibile emesse quindi dal sole o, per esempio, dalle lampadine che usiamo nelle case. Sono onde elettromagnetiche anche i raggi gli ultravioletti ai quali ci esponiamo per una bella abbronzatura estiva. Ma anche i nostri forni a microonde così come la tecnologia ad infrarossi usano onde elettromagnetiche. Le onde elettromagnetiche dello spettro radio, quelle che consentono il funzionamento delle reti cellulari, sono quindi solo una parte di tutto lo spettro delle onde elettromagnetiche. E’ più facile portare il focus sullo spettro destinato allo sviluppo delle comunicazione mobili in quanto, oggi più che mai, è il perno dello sviluppo socio economico della realtà in cui viviamo. Non sorprenderebbe anche la capacità di cavalcare l’ancestrale timore che da sempre accompagna la meraviglia delle nuove invenzioni e scoperte. Tutti gli apparati radio dai terminali di utente alle stazioni radio base sono realizzati, dimensionati e implementati nella architettura di una rete mobile nel rispetto di precise e rigorose normative internazionali e nazionali. Inoltre sono stati standardizzati meccanismi di limitazione e regolazioni automatiche quali per esempio il meccanismo che regola la potenza di trasmissione. La potenza di trasmissione, sia lato cellulare sia lato stazione radio base, oltre ad avere un valore massimo di progetto dell’apparato, coerente con quanto previsto dalle normative del settore,  si adegua in funzione della distanza del cellulare dalla stazione radio. D’altra parte è interesse degli operatori che la potenza trasmessa in entrambe le direzioni sia sempre la minima necessaria a garantire i requisiti di servizio. In questo modo infatti si riducono i consumi energetici e di conseguenza i costi associati. Anche nella direzione stazione radio-cellulare il livello di potenza è modulato in funzione della distanza se il cellulare è in conversazione o trasmissione dati. Quando il cellulare non è in conversazione o trasmissione dati il cellulare continua sì a dialogare con la rete soprattutto, se è in movimento, ma attraverso trasmissione di informazione con messaggi estremamente brevi dell’ordine di nanosecondi.

 

 

Cosa sarebbe utile per un operatore italiano oggi?

 

Rivedere, come ha sottolineato lo stesso AD di Wind Maximo Ibarra, in maniera più oggettiva e scevra da pregiudizi la normativa italiana che regola i limiti di campo elettromagnetici che sono di gran lunga i più restrittivi in Europa. Facciamo spesso riferimento ai paesi europei come esempio da seguire nelle politiche economiche e/o ambientali, ma non valutiamo in modo distaccato che praticamente tutti i partner europei, anche quelli più intransigenti e con una lunghissima storia nelle politiche ambientali (vedi ad esempio la Germania), hanno valutato e stabilito che limiti elettromagnetici, ben più alti di quelli definiti in Italia, sono da ritenersi sicuri e cautelativi. Questa limitazione non fa bene al nostro Paese in quanto frena uno dei più importanti driver di sviluppo socio economico. Le attuali regole sono particolarmente restrittive e possono avere la conseguenza opposta rispetto all’obiettivo di salvaguardia a cui sono ispirate. Infatti le limitazioni imposte sul singolo sito possono portare a scenari che peggiorano complessivamente la situazione elettromagnetica e l’impatto ambientale. Le regole in vigore  non facilitano  o non permettono la collocazione sulla stessa infrastruttura di più operatori e/o di più tecnologie (GSM, HSPA, LTE).  Il risultato è che gli operatori, per soddisfare la crescita del traffico e la qualità del servizio, devono e dovranno costruire nuovi siti radio, anche in prossimità di uno già esistente, con la conseguenza che il fondo elettromagnetico complessivo e l’impatto ambientale-architettonico potrebbero risultare peggiori di quelli di altre città europee. In alcuni paesi la regolamentazione prevede che gli operatori mobili debbano in primis rivolgersi a società specializzate (TowerCo) per l’installazione degli apparati. Le TowerCO, che in Italia non hanno potuto realizzarsi per i motivi sopra esposti, hanno quindi anche il compito di regolamentare e sviluppare in maniera organica ed ottimizzata lo sviluppo delle infrastrutture civili per tutti gli operatori.

 

 

Quali impatti ha l’utilizzo dell’auricolare? Sono cambiate le abitudini dei clienti nell’uso del terminale mobile?

 

L’utilizzo dell’auricolare, che è decisamente cresciuto nel corso del tempo, ha significativi ed importanti impatti. L’utilizzo dell’auricolare e/o del vivavoce in auto, al fine di aumentare la sicurezza, è stato giustamente normato dal codice della strada; gli utenti sono stati opportunamente sensibilizzati ed è diventata abitudine predisporre l’auricolare e/o il vivavoce prima di mettersi alla guida. L’auricolare è diventato parte fondamentale delle nuove modalità di comunicazione. Infatti i nuovi dispositivi, smartphone e tablet, permettono la fruizione contemporanea di più servizi; è normale che un utente durante la chiamata acceda ad informazioni sul web o legga documenti a supporto della chiamata in corso. Infine è possibile notare soprattutto nelle nuove generazioni come la principale modalità di comunicazione non sia più la telefonata ma la visualizzazione sugli smartphone dei social network e dei sistemi di messaggistica evoluti. Queste nuove abitudini nell’utilizzo del terminale mobile implicano che il dispositivo raramente o comunque in maniera ridotta rispetto al passato viene tenuto direttamente all’orecchio. Ciò favorisce il principio di cautela e di moderazione che è bene adottare nell’utilizzo del terminale mobile come in molte altre circostanze della vita (ad es. il cibo, lo stress…) ma ha anche un diretto impatto sul tema dei campi elettromagnetici. Infatti il terminale mobile in queste condizioni, ossia non a diretto contatto con il corpo umano, ha bisogno di minore energia per trasmettere i segnali alla rete ed è in grado di ricevere meglio il segnale proveniente dalla rete. La qualità complessiva del sistema migliora. E’ importante notare che la generazione digitale e quindi anche i nostri figli utilizzano il terminale in questa nuova modalità che prevede poche telefonate e molti messaggi, invio di foto, accesso ai social network: si riducono significativamente le preoccupazioni relativamente alle emissione radioelettriche e si pongono altri problemi relativamente a come viene vissuta la socializzazione, ma questo è un altro tema.

 

 

Perché spesso si vedono antenne a distanza di pochi metri l’una dall’altra?

 

È frutto della contraddizione della nostra normativa. Ciascuna antenna a 1-2 metri di distanza è conforme ai limiti secondo le metodologie di misure attualmente in vigore, mentre se fossero collocate sullo stesso palo non lo sarebbero. Accade però che la situazione elettromagnetica a 10-20 metri di distanza è praticamente la stessa di quella che si avrebbe se fossero tutte collocate. Il risultato complessivo è che si ha maggiore impatto visivo-ambientale e si genera allarme ingiustificato tra i cittadini che si preoccupano nel vedere una “selva” di antenne che sono, invece, perfettamente conformi alla normativa.

 

 


 

nicola grassi small

Nicola Grassi è Chief Technology Officer di Wind da gennaio 2013.

Assunto in Infostrada nel 1998, ha partecipato allo start-up come Responsabile dell’Ingegneria delle Reti di Commutazione e Dati. Dalla fusione con Wind, avvenuta nel 2001, ha ricoperto le posizioni di Responsabile Core Network Engineering, Direttore Rete Fissa, Sviluppo delle Reti Fissa e Mobile, assumendo, da luglio 2012, la Responsabilità della Direzione Information Technology.

 


 

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